15 marzo 2012

Su per... Super... Superga!

Qualcuno di voi dirà: " Ma questa qui, prima, non cucinava?". E magari di fronte all'ennesimo post sulle bellezze di Torino stralunerà gli occhi e chiuderà drasticamente la pagina del mio blog.
Ora, liberissimi. A dirla tutta non so nemmeno perchè a qualcuno venga voglia di aprirlo, il mio blog, ma so che ci sono persone carine che mi seguono e che sono così gentili da farlo a prescindere. E prometto che prima o poi tornerò ai fornelli, carica di passione e voglia di fare ( o almeno facendo cose fotografabili, non come gli spaghetti di riso con verdure che mi sono cucinata stasera e che erano buonissimi ma orribili a vedersi!). Ma come dice re Aragorn prima della battaglia finale davanti al nero cancello di Mordor: "Non è questo il giorno!". Prima o poi finirò i quartieri della città e l'abbonamento per i mezzi di trasporto: allora la smetterò e vi invaderò di nuovo con dolci, dolcetti e salatini.
Oggi invece mi è venuta una voglia incontenibile di tornare a Superga. Allora che ho fatto: mi son preparata, felpa sportiva, smanicato sportivo che permette maggiore agilità nelle braccia, Canon a tracolla (eh si, che ho imparato: al collo non-va-bene) e via, direzione Dentera! Ora qualcuno di voi penserà "ma che sta dicendo?". No, tranquilli, ora vi spiego. La storica tranvia a dentiera (o Dentera, in piemontese)  Sassi - Superga è unica in Italia nel suo genere. E' la continuazione di una tradizione ultracentenaria e si chiama così proprio per il modo in cui è costruita: il "trenino" va su dalla collina tramite un meccanismo che si chiama, appunto, dentiera.  Offre ai visitatori un viaggio d'altri tempi sulle carrozze originarie e un panorama indimenticabile. Il percorso si sviluppa per 3.100 metri tra la stazione di Sassi (sita a Torino in piazza Modena, a 225 metri s.l.m.) e la stazione di Superga (a 650 metri s.l.m.). Il dislivello totale di 425 metri è superato con una pendenza media del 13,5%, con punte massime del 21% nel tratto finale. Insomma, per dire: una bella arrampicata. Bene, arrivo davanti alla stazione della Dentera e mi trovo un bel biglietto: ci scusiamo ma la tranvia è chiusa per lavori fino a fine marzo. E ti pareva. Quindi, come capirete dal fatto che le foto ci sono, quindi in qualche modo sarò riuscita ad arrivare a Superga, vi svelo il finale: ho preso un tristissimo, rossissimo e scassatissimo bus. Per poco non vomitavo l'anima, con tutte quelle curve, ma cosa si fa per guadagnarsi la fama, eh?!?! (vale a dire per scrivere questo post). Però se vi capita che ci volete andare, dovete assolutamente prendere la Dentera: è troppo bello. Ti fa tornare bambini, garantito.
La basilica di Superga è qualcosa che a volte, stando in città, si dimentica. Sta lassù, appollaiata sulla sua collinetta silenziosa, vigile e maestosa, ma non è che ci fai più tanto caso. Magari quando è buio si, quando ci sono quelle belle sere luminose e lo smog lascia passare lo scintillio delle luci, allora la vedi là, tutta illuminata e bella, come una gran dama. La verità è che Superga non andrebbe trascurata: chi viene a Torino dovrebbe senza indugio includerla nel proprio itinerario turistico. Non sempre si fa, perchè rimane un pò distante, fuori mano. Tanti dicono che dovrebbe essere in centro, almeno così la visiterebbero di più. Ma è ovvio dire che se la basilica fosse in centro, non sarebbe la stessa cosa. Perchè da lassù si gode una vista incredibile (bhè, non oggi, perchè c'era un pò di foschia) e la sua posizione un pò defilata permette di conservare la struttura di Superga meglio di tanti monumenti cittadini. Ho avuto l'impressione che fosse stata appena dipinta, tutto intorno era pulito, non una scritta sui muri, non una cartaccia in terra: sembrano cose scontate, quando ci si trova di fronte ad un monumento, ma non lo sono affatto. In un certo senso credo che la collina protegga la basilica di Superga da se stessa, dal turismo di massa che ad esempio scarnifica il Museo Egizio o la Mole Antonelliana. A Superga ci vai perchè sei interessato: non ci capiti davanti camminando per via Po. Forse è questo che la preserva dall'incuria: il fatto che i ragazzini che attaccano lucchetti ovunque e ovunque scrivono monogrammi d'amore, che si rifugiano in ogni luogo per scambiarsi baci proibiti che proibiti non sono, qui non ci arrivano, non arrivano a buttare in terra la dannata gomma da masticare (scusate il linguaggio, ma dovreste vedere il marciapiede davanti alla Mole, com'è ridotto). Ecco, quindi: che a nessuno venga mai in mente l'idea di spostare Superga. E non pensate che sono pazza, c'è gente che voleva dirottare il Po e farlo passare dalla stazione, accidenti!
Comunque, divagazioni a parte, data la bellezza e l'importanza di un monumento quale la basilica di Superga, non posso non tediarvi con un pò di storia (rendiamo onore ai grandi del passato!). (Momento "Alberto Angela"). Torino 1706. La città viene invasa dall’esercito Franco-Spagnolo. Le milizie piemontesi, insieme alle truppe alleate austriache, si trovano in difficoltà. Il Duca Vittorio Amedeo II e il Principe Eugenio di Savoia-Soisson, che guidano l’esercito locale, salgono sul colle di Superga per osservare dall’alto il campo di battaglia. In una piccola chiesa sul colle, davanti alla Statua della Madonna delle Grazie, il Duca fa un voto: se avesse vinto, avrebbe fatto costruire in quello stesso posto una grande chiesa in onore della Vergine.
Dopo una dura battaglia l’esercito nemico viene sconfitto e la città liberata. Vittorio Amedeo II fa fede al suo impegno, affidando la costruzione del Santuario all’architetto di Corte, Filippo Juvarra.
Il complesso barocco, inaugurato nel 1731, è alto 75 metri, lungo 51 e si trova a 672 metri sul livello del mare. Nella Cappella del Voto, all’interno della Basilica, è conservata la Statua in legno della Madonna delle Grazie del Seicento, la stessa a cui si rivolse Vittorio Amedeo II per vincere la battaglia. Di grande interesse sono poi le tombe reali: formato da una croce latina allungata, il mausoleo ospita al centro il Sarcofago dei Re, monumento funebre riservato alle spoglie dell’ultimo Re di Sardegna, Carlo Alberto, mentre nei due bracci laterali si possono ammirare la Sala degli Infanti e la Sala delle Regine. E dopo che sarete usciti da questo luogo allegro e gioviale (si fa per scherzare, eh! Perchè è davvero bello!) preparatevi a salire! Una scala a chiocciola di 131 scalini vi porterà sulla balconata esterna della cupola, da dove potrete affacciarvi e ammirare il panorama della città con le sue valli e montagne. In particolare, nelle giornate limpide, noterete alcuni dei principali monti della catena delle Alpi, come il Monviso, il Gruppo dell’Orsiera, il Rocciamelone, il Gran paradiso e il Monte Rosa. La cupola vista dall'interno è uno spettacolo: sembra che voglia bucare il cielo, che sia in procinto di esplodere verso l'esterno ed è tutto un tripudio di marmi bianchi e leggeri. Non è la classica chiesa o cattedrale cupa e angosciante. Superga, sia dentro che fuori, pare fatta di nuvole, proprio perchè è abituata a starci, tra le nuvole. E per un attimo, dopo averla visitata, ti senti fatto della stessa materia anche tu: il traffico della città è lontano, i rumori, lo smog, la frenesia... E' tutto laggiù, oltre quel muretto basso a cui ti appoggi per guardare la Mole e lo stadio e il Po e la Dora e tutto, decisamente tutto, sembra così piccolo...

4 commenti:

  1. Momenti clou del post:
    1:Ma come dice re Aragorn prima della battaglia finale davanti al nero cancello di Mordor: "Non è questo il giorno!". Ti amo.
    2:(Momento "Alberto Angela"). :nella mia mente è partita automaticamente la sigla storica di quark...non stiamo bene....:9
    La superga l'ho visitata, di notte, in mezzo alla neve e al ghiaccio tutt'intorno ...e tutt'illuminata l'ho trovata molto suggestiva...maestosa, immensa, infinita :). Ci aveva accompagnato una ragazza tua concittadina che ci ha portati anche, con relativo minuto di silenzio, dietro dove c'è l'insegna in memoria dei giocatori del torino morti nell'incidente aereo. E lei ogni anno, nell'anniversario di questo triste evento, sale li su e dedica una preghiera alle vittime.
    Bel post, luogo meraviglio, Grazie...come sempre :)

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    1. Angy, tu sai cogliere i veri momenti salienti di quello che scrivo!!! :-)
      Alla lapide del Toro non sono andata, un pò perchè essendo fidanzata con uno juventino non so se avrebbe gradito vederne le foto, un pò perchè avevo venti minuti prima che ripartisse il pullman, quindi ho fatto un pò di corsa,ma tornerò... Grazie a te tesoro, davvero!

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  2. ufff Katiaaaaaa ma allora tu proprio vuoi farmi venire voglia di visitare Torino????
    io certe cose le ho solo studiate dai libri ( e manco me le ricordo più!!!! ahaha)ma la tua descrizione di queste tue belle passeggiate per la città sono davvero invitanti.
    E poi se vengo a Torino mi cucini qualcosina orientale???? :D

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    1. Hariel, assolutamente, devi venire: organizziamo un tour guidato, io faccio da cicerone mentre voi sgranocchiate sushi (anche se mi sa che il sushi non si sgranocchia, vero?)preparato da me!
      Bisogna farlo!!!
      Bacissimi!

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