3 aprile 2012

Camminare intorno ad un lago ed inciampare nella storia

A volte si ha voglia di scappare un pò. Lasciarsi alle spalle il traffico, le code, la gente che corre e rincorre oggetti, persone, appuntamenti. Dimenticare la lunga lista di cose da fare, far finta che niente sia urgente e tutto possa aspettare. A volte si ha voglia di fuggire. E quando, per tanti motivi, non si può andare molto lontano, per fortuna a due passi ci sono posti così. Posti come i Laghi di Avigliana.


Il complesso dei Laghi si costituisce di due specchi d'acqua, chiamati Lago Piccolo e Lago Grande e sono di origine morenica: si sono cioè formati tanto tanto tempo fa per l'accumulo di acque provenienti dallo scioglimento di alcuni ghiacciai e dalla pioggia. Il Lago Grande, un tempo chiamato "Lago della Madonna", ha una profondità massima di 26 metri e un'estensione di circa 90 ettari. La zona paludosa circostante ed i laghi stessi costituiscono il Parco naturale dei Laghi di Avigliana, che ospita numerose specie di uccelli tra cui aironi cenerini, germani reali e gallinelle d'acqua.


Intorno al Lago Grande è stata costruita una passerella pedonale che facilita il giro  dello specchio d'acqua, anche se per un breve tratto è necessario camminare sulla strada statale; c'è un'area pic nic e moltissimi percorsi per mountain bike. Mentre si cammina non è difficile incontrare gli animali che vivono qui, comprese alcune tartarughine e verdi ranocchie saltellanti. E anche qualche gatto, indifferente ai germani che gli sfilano davanti belli grassetti...Saranno abituati a convivere! E' un ambiente piuttosto grezzo, forse leggermente trascurato e lasciato a se stesso, ma comunque bello, ottimo per una tranquilla passeggiata in mezzo alla natura. La vista è splendida: si vedono le montagne e la Sacra di San Michele (che presto visiterò). Mi viene però da pensare che se questi laghi fossero collocati in un'altra zona, forse sarebbero più considerati. Troppo spesso mi rendo conto che la mia Regione ha difficoltà a valorizzare le meraviglie che possiede e che se questo parco si trovasse (per parlare di posti che conosco) in Alto Adige, tutto sarebbe più curato e godibile.



All'interno del Parco naturale vi è inoltre una struttura di interesse storico: l'Ex Dinamitificio Nobel, in cui troviamo un museo dove, oltre a pannelli esplicativi e audiovisivi che ci illustrano le varie fasi della lavorazione degli esplosivi, è possibile visitare il rifugio anti aereo riservato alle maestranze ed i vari cunicoli e le camere di scoppio. Sono inoltre presenti alcune simulazioni sonore che ci fanno comprendere le difficili condizioni lavorative degli operai dell'epoca. L'Ex Dinamitificio Nobel ha una storia antica. L'industria della dinamite in Italia ha origine nel 1872 proprio ad Avigliana. Fu lo stesso Alfred Nobel (si, quello del premio), in collaborazione con Ascanio Sobrero, a decidere l'apertura della fabbrica, che entrò in funzione appena un anno più tardi. Fu scelta la zona detta "Trucco di San Martino" per la sua conformazione, poichè le collinette potevano proteggere l'abitato dagli scoppi e per la vicinanza con la rete ferroviaria. Il dinamitificio raggiunse il suo massimo sviluppo nel periodo della prima guerra mondiale, per soddisfare le esigenze belliche. Per dire che si, qui si facevano bombe. Anche. Dopo un periodo di crollo dell'occupazione, il secondo conflitto mondiale fece tornare la fabbrica a pieno regime, ma dovette sopportare vari incidenti e attacchi da parte dei partigiani, che volevano procurarsi le armi per la resistenza. Il complesso fu bombardato dall'aviazione americana nel 1945 e dopo la fine del conflitto il lavoro andò gradatamente diminuendo, fino alla sua definitiva chiusura nel 1965.
Ma la cosa che più mi ha colpito di questa immensa cicatrice della storia, è stato apprendere che qui aveva lavorato Primo Levi, in qualità di chimico. Me lo sono immaginato. Era tornato da Auschwitz. Era triste, magro, tormentato. Lo vedo quasi: faceva il suo lavoro, timbrava il cartellino, forse credeva che prima o poi tutto sarebbe stato più semplice. Che un giorno avrebbe ricominciato, semplicemente, a vivere. Nel periodo in cui lavorò qui e nella fabbrica di vernici di Settimo uscirono i suoi libri. Conobbe una ragazza, si sposarono. Ma poi... Ecco, mi è preso un groppo in gola. Soprattutto nel pensare che una persona come lui, maledettamente modificata dalla guerra, fosse poi finita a lavorare in una fabbrica in cui, durante quella stessa guerra,  si fabbricavano armi. Quando si dice i casi strani della vita, i surreali incroci del cammino degli uomini. Allora per non mettermi a piangere mi sono voltata. Ho visto il lago. Ho pensato che anche lui, la mattina e la sera, quando entrava e usciva dalla fabbrica, lo guardava. Ho pensato all'uomo Primo, al suo cuore, incantato come il mio da quel placido, rassicurante specchio d'acqua e di cielo. E allora ho sorriso. Perchè ognuno di noi, in un modo o nell'altro, trova sempre la sua personalissima pace.


3 commenti:

  1. Micio :) bellissima passeggiata che ci hai fatto fare oggi... Toccante il punto di primo Levi :( ti abbraccio Katia ;)

    RispondiElimina
  2. la foto del pennuto è meravigliosa...
    sarà quella che ti ha intasato il blog??? :D
    bella passeggiata Katia...
    mi dico spesso che sono mesi che non faccio un giro all'aria aperta...ma gli impegni del mio fidanzato mi hanno lasciata un pò a casa le mattine dei fine settimana. Peccato. Meno male che almeno tu ci racconti un pò dei tuoi luohi :)

    RispondiElimina

Grazie per il tuo commento!